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Ci siamo. Sono passati due anni ed é prossimo il secondo compleanno della Sentenza del Consiglio di Stato che, dopo dieci anni dall’inizio del contenzioso anninistrativo con la R egione Sardegna, avrebbe dovuto mettere fine, ope legis, ad ogni dubbio interpretativo sui ruoli e le competenze nel complicate mondo della riabilitazione, con le innegabili ricadute professionali e di tutela della salute individuale e collettiva.
Ne siamo stati artefici quando in pochi ci credevamo. Continuiamo ad essere artefici nel tenerne alto il ricordo, quando in pochi sembrano interessarsene.
Giova ricordare, specie ai sindacalisti piú distratti, quello che scriveva, tra l’altro, due anni addietro il Consiglio di Stato a proposito degli studi dei fisioterapisti e della loro relativa autonomia :
…..”Innanzitutto, l’entità di tale autonomia ( fisioterapisti ) va precisata, nel duplice senso che essa può esplicarsi solo nell’ambito del profilo e delle competenze professionali proprie del fisioterapista e, comunque, in rapporto con le diagnosi e prescrizioni di stretta competenza medica, cioè all’interno di una preliminare individuazione del problema clinico e del tipo di risposta riabilitativa necessaria, oltre che della verifica dei risultati
Proprio facendo riferimento ai parametri normativi sopra richiamati, questa stessa Sezione ha già ritenuto che:
(I) la normativa statale in materia riabilitativa attribuisce al medico un ruolo di centralità e di responsabilità nel percorso terapeutico nell’area della riabilitazione;
(II) nel sistema sanitario vigente le funzioni del fisioterapista sono meramente esecutive rispetto a quelle del medico fisiatra, al quale spetta la definizione del programma riabilitativo del singolo paziente e la predisposizione dei singoli atti terapeutici, di cui resta responsabile, anche se la loro esecuzione è frutto del lavoro di un’equipe della quale fa parte anche il fisioterapista;
(III) l’art. 1, comma 2, d.m. 14 settembre 1994, n. 741, va inteso nel senso di consentire al fisioterapista di prestare la propria attività, prendendo a riferimento le diagnosi e le prescrizioni del medico, sia autonomamente che in équipe, ma solo in funzione esecutiva delle prescrizioni mediche;
(IV) non possono ritenersi lesive delle competenze professionali del fisioterapista le delibere regionali che abbiano previsto che l’accesso alle prestazioni riabilitative erogate dal S.s.n. avvenga sotto il controllo di un medico fisiatra, non solo per il profilo della individuazione della terapia, ma anche della sua esecuzione (Cons. Stato, sez. III, 12 febbraio 2015, n. 752). …………..Per quanto esposto, desumere da una generica postulazione di autonomia professionale l’automatica abilitazione dei fisioterapisti all’utilizzo di metodiche strumentali – senza adeguata motivazione – risulta manifestamente illogico, se non previa definizione di un uso di tale strumentazione rapportato agli interventi e alle competenze appropriate all’ambito professionale proprio del fisioterapista”
Entro dieci mesi dalla Sentenza, la Regione Sardegna avrebbe dovuto rimettere le cose al giusto posto.
Invece no , la nostra bimba compie due anni, ma la Regione Sardegna continua a mantenere le cose sospese nel limbo delle inadempienze.
Ma ci chiediamo: i budget concessi e perpetuati agli studi fisioterapici non rappresentano un uso non legittimo dei fondi pubblici che si sarebbere dovuti spendere ai fini della tutela della salute dei cittadini?
Toccherá a qualcuno trasferire il problema anche a chi fá i conti e le pulci ai nostri amministratori?
Noi non ci permetteremmo mai di dare consigli a chi ha le posizioni, gli osservatori e la mission adeguata per poterlo fare . Sicuramente saranno stati attivati altri passi sul terreno legale, ma quello che avremmo voluto vedere, in questi anni, sarebbe stata una crescita di relazioni sindacali, politiche e col mondo delle associazioni, per costruire alleanza e strategie che avessero consentito una crescita, ancor piú forte, delle giuste ragioni contenute in quella sentenza.
Niente di tutto questo, se non un silenzio assoluto. Neanche un ravvedimento operoso.Tutto demandato a sporadiche ed illuminate procedure legali.
Per il resto il silenzio, interrotto ogni tanto dal sorriso propagandistico di qualche abile dispensatore di parole. Ma purtroppo non basta questo per tornare indietro e ringiovanire lo spirito di una intera categoria. Neanche il tanto agognato specchio di Dorian Grey ci riuscirebbe oggi.
Tra le tante inadempienze delle Istituzioni,i vergognosi ritardi del Governo,le colpevoli omissioni delle regioni in tutti i settori e non solo in sanità questo è senza dubbio per noi uno dei più “dolorosi” rispetto al buon diritto che ci è stato formalmente riconosciuto!