Recensione del libro PER IL BENE DEL PAZIENTE di Valter Santilli Gallucci editore € 15. Ho riflettuto a lungo prima di fare la recensione del libro PER IL BENE DEL PAZIENTE del prof. Santilli, non per dubbi sulla qualità del libro, ma perché non volevo essere influenzato dal confronto avuto con il professore ad agosto sulle recenti proposte di modifiche di statuto della Società scientifica, che ci hanno visto su fronti diversi. A distanza però di 6 mesi dall’uscita del libro, dopo essere stato forse uno dei primi ad averlo ordinato direttamente dall’editore e dopo aver assistito a varie presentazioni in importanti riunioni e in televisione (dove perfino il Ministro della Salute ha detto che lo avrebbe letto attentamente), non voglio perdere l’occasione di raccontare questo libro che, da “pensionato” e quindi da ipotetico paziente, mi riguarda; fra l’altro ho fatto mia la frase dell’autore ovvero “ci sono cose che alla mia età è bene dire con la dovuta chiarezza, senza badare molto agli interessi economici che si mettono in discussione. Se non lo facciamo ora, quando?” (pag 75)
Dico subito che mi è piaciuto per come è stato pensato e strutturato (15 capitoli più una introduzione, non a caso chiamata “La sfida della concretezza” ed una prefazione del grande Mogol). Ogni capitolo si apre con un aforisma o frase celebre, veramente azzeccate che ho molto apprezzato. Fra le frasi voglio ricordare quella sulla pagina che precede la Prefazione, di Giuseppe Moscati del 17 ottobre 1922 “Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. In ogni capitolo il prof Santilli racconta una storia tratta dalla propria esperienza personale, ma che ognuno di noi ha certamente vissuto, e ogni capitolo si chiude con una intervista all’autore da parte di due importanti firme del giornalismo italiano ovvero Paolo Pagliaro (di cui apprezziamo ogni sera l’editoriale nella trasmissione Otto e mezzo condotta da Lilli Gruber) che è stato redattore capo della Repubblica e vice direttore dell’Espresso,e Piero Schiavello, fondatore di Autonomia Operaia in via dei Volsci, redattore di Repubblica dal 1983 ed autore nel 2015 di una autobiografia “Anna”. Le loro domande incisive, concrete servono a spiegare il pensiero di Santilli e le soluzioni a una serie di problemi da lui proposte, appunto, PER IL BENE DEL PAZIENTE.
Mi sono piaciuti moltissimo i capitoli tredicesimo e quattordicesimo ovvero “La formidabile catena del comando politico” e “La nomina clientelare dei primari” dove ho capito le sofferenze di Antonio Bellicci e la sua drammatica scelta finale conseguente alla chiamata in un concorso del dr. Ricoglion, arrivato solo terzo nella graduatoria di merito.
Mi sono interessato moltissimo ai capitoli sesto, settimo, decimo ed undicesimo ovvero “L’abuso della professione medica”, “La diagnosi di comodo”, “Le cure termali come risorsa sanitaria” e “L’inferno dei malati mentali” perché testimoniano problemi che viviamo quotidianamente (ammiro la franchezza del professore nel raccontare storie tratte dalla vita quotidiana) così come valuto coerenti con gli assunti iniziali anche le possibili soluzioni proposte. Parlando delle diagnosi di comodo faccio mie le parole dell’autore ovvero “in medicina ognuno vede quello che sa e ciò che si aspetta di vedere e non può vedere quello che non sa” riferendole alla medicina funzionale tuttora quasi totalmente assente nei nostri percorsi formativi, nonostante ormai il consistente numero di persone che si affidano ad operatori di pratiche alternative, non sempre affidabili e seri.
Ogni lettore si riconoscerà certamente in molti episodi narrati (d’altro canto i due giornalisti nell’Introduzione ci avvertono subito che in questo libro non poteva essere aggiunta la dicitura “ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale” essendo tutto fuoriuscito dall’esperienza personale appunto dell’autore) ed io stesso mi sono visto anche nel “precisino”, o meglio petulante e troppo ben informato come viene descritto nel capitolo primo, signor Pasquale andato dal suo medico di famiglia, dr. Pisicchi. Infatti, pochi giorni fa uno specialista, a cui mi ero rivolto, nel leggere il breve riassunto scritto che gli avevo preparato, sobbalzando mi ha detto “metodico!” che tradotto voleva dire “pignolo” nel migliore dei casi o meglio “strarompi”.
Non condivido tutte le soluzioni proposte nel libro, pur condividendo le analisi e valutazioni elaborate, come ad esempio quelle del capitolo quinto ed ottavo ovvero “La formazione permanente prigioniera di big pharma” e “Più malati dei malati” ma neanche quelle del capitolo quattordicesimo nonostante lo abbia citato precedentemente come fra quelli che ho letto con più piacere.
L’ultimo capitolo, il quindicesimo ovvero “Il volontariato, cura dell’anima e incontro con la realtà”, racconta un episodio di vita vissuta dell’autore e dell’attuale Segretario della Simfer del Lazio, dr. Carlo Damiani, in Ruanda ma anche la storia toccante di Marck e l’esperienza straordinaria di Santilli con un Uomo straordinario ovvero il Cardinale Bergoglio.
Per concludere: ho apprezzato lo spirito del libro e anche molti convincimenti dell’autore, a partire dalla affermazione che “assegnare priorità all’impresa economica rispetto a quella sanitaria è sbagliatissimo. Il medico deve rimanere titolare dei percorsi di diagnosi e cura, non diventare un dipendente subordinato alle logiche di lucro” perché, come ci ricorda Mogol nella prefazione, “il nostro paese ha bisogno di critiche costruttive e di fiducia nelle istituzioni, le quali devono affrontare una montagna di problemi perché si possa raggiungere una qualità della vita migliore basata sulla trasparenza della gestione della cosa pubblica, la certezza del diritto, una efficiente azione contro l’evasione fiscale e una giusta valutazione di meriti e demeriti di ognuno di noi”. Aggiungo io GUAI SE SIAMO CIRCONDATI DA YES-MEN.
Potrei raccontare tante altre parti del libro ma non voglio togliere la curiosità al lettore di scoprirle pagina dopo pagina alla stregua di un “giallo sociale”.
BUONA LETTURA e regalate per la prossima Pasqua un libro.
David A. Fletzer