Il coronavirus oltre ai grandi disastri sociali, ha messo sul terreno enormi contraddizioni nei sistemi sanitari, evidenziando le criticitá che covavano da tempo sotto la cenere. Abbiamo visto Regioni , pur con una sanitá di qualitá, mostrare tutte le carenze dell’organizzazione e della gestione della medicina territoriale.
La medicina fisica e riabilitativa ha visto, in questo periodo, una trasformazione di diverse unitá operative , prevalentemente pubbliche, in reparti covid. Operazione che, in alcuni casi, ha fatto il paio con la retrocessione di storiche unitá operative complesse e dipartimenti di riabilitazione in unitá operarive semplici.
Quante di queste realtá ritroveranno, in futuro, lo splendore degli anni passati, é molto difficile da prevedere. La forte pressione peraltro da parte di alcuni grandi gruppi privati, non sará indifferente rispetto alla “rimodulazione” del Sistema di cure riabilitative, in cui necessariamente ci inbatteremo. Possiamo immaginare dunque una sicura riorganizzazione degli interventi secondo logiche che potrebbero arrivare anche a spingere il decisore politico a superare i criteri ispiratori del Piano di indirizzo del 2011.
Si aggiunga che il dibattito che era in corso sui criteri di appropriatezza ed I documenti ministeriali sull’argomento potranno rappresentare un pericolo vagante sulle teste degli operatori e delle persone con disabilitá e determinare lo smembramento della riabilitazione in riabilitazione di organo, con competenze confuse ed al di fuori delle cornici definite dal progredire della cultura riabilitativa.
In questo quadro é indispensabile per i Fisiatri riuscire ad elaborare , in anticipo, un piano di intervento efficace, con obiettivi chiari e definiti , da parte di donne e di uomini che siano consapevoli di quelli che sono I pericoli esistenti sul terreno. Soprattutto donne ed uomini che possano creare una rete di alleanze sociali, associative, scientifiche, sindacali e politiche in cui far crescere, con valide argomentazioni scientifiche e professionali, la condivisione di obiettivi concreti,
In questo scenario la societá dei fisiatri rinnova, a breve, I propri vertici , in assenza di un reale dibattito sui contenuti e sulle prospettive della Disciplina.
Tutto secondo uno schena deciso nel 2014 a tavolino all’ombra del cupolone, allietati dalle maschere carnevalesche di Pulcinella e degustando salama da sugo.
Toccherá alla segretaria della Lombardia essere l’artefice di questa rinascita, forte di un brillante curriculum tra presenze in commissioni ministeriali e regionali, e di una vitalitá anche politica in competizioni elettorali regionali,sindacali ed ordinistiche nonché nella commissione di inchiesta sulle recenti stragi di anziani’su nomina regionale, nelle RSA in Lombardia.
Quindi un profilo di alta competenza scientifica che sará da faro per I fisiatri italiani.
Ma come sempre non mancano mai i detrattori criticoni, in questo nostro bel paese, che magari vorrebbero un Capo disposto anche a sbattere i pugni sul tavolo quando necessario, proprio perché é in gioco il futuro della Fisiatria in Italia.
Addirittura un Capo senza ambizioni politico-assessorili e senza sogni senatoriali, che abbia idee chiare su di un futuro da dipingere insieme a tutti I Fisiatri italiani, coltivando tinte giuste ed adeguate e, magari, un Presidente che non abbia mai avallato lo scandaloso progetto dell’appropriatezza sui lunghi e cupi tavoli ministeriali.
Ma si sa che spesso i detrattori son bravi a far chiacchiere e un pó meno a scendere in campo! Ed a noi non resterá che rimanere fuori a respirare un’ altra aria, pronti a raccontarvi il seguito di questa storia, ridendo degli immancabili soccorritori del vincitore, con nuove e preziose notizie, che ci regalano sempre le solite farfalline libere, irrequiete ed un pó indisciplinate, ma vestite di splendidi e variegati colori!
to be continued……