Tra Vestali della Liberazione, luogotenenti di Big-business, consiglieri comunali mai eletti, all’ombra di ordinari ormai vintage, mentre alle fermate degli autobus partenopei e cupolini una schiera di ragazzi festanti in fila per due col resto di due attendono di navigare fino ai piedi della Madonnina, con la scintillante schedina in tasca, tutto é pronto per le sorti magnifiche e progressive dei fisiatri nostrani.
O almeno dei superstiti e resistenti sopravvissuti.
In un’estate torrida e cocente come non mai, dove si retrocedono le unitá operative storiche pubbliche nel silenzio di tutti e parte la teleriabilitazione on the beach, tanto per far dispetto a qualche piccolo Centro e in attesa dei nuovi supermarket delle visite specialistiche low cost, si porta a compimento il patto del Cupolone, scritto nel 2014.
In veritá manca ancora l’ultimo pezzo, ma di questo, anzi di queste, vi parleremo in futuro.
Nel frattempo tra Regioni e Governo circolano i documenti, ormai approvati, dell’appropriatezza dei ricoveri riabilitativi e dei percorsi e, con le abilitá linguistiche un pó amputate della bassa padana, infarciti di inglesismi, si prefigurano scenari non totalmente tranquillizanti per la nostra eroica Disciplina. Scenari che poco potranno interessare chi, in laborioso e politichese silenzio, era presente ai tavoli ministeriali della prima ora, e quei documenti ha iniziato ad elaborare. Chi sono? Andate a vedere chi rappresentava le Regioni piú importanti e lo scoprirete da soli.
Nei giorni scorsi sono stati cosí approvati i due documenti di cui si parla: il documento sulla appropriatezza dei ricoveri in riabilitazione e le linee guida per I percorsi riabilitativi. Di nuovo si frammenta il codice 56 in A,B,C+(60), si dá largo spazio agli specialisti di organo, cardiologi compresi.
Si apre peró un periodo di sperimentazione annuale, in cui sarà molto importante la presenza forte e non passiva di societá scientifica e sindacato, per verificare se il periodo di sperimentazione ha sortito gli effetti sperati e, noi aggiungeremmo, se la Disciplina ha mantenuto quella unitarietá che ne é stata uno dei propri pilastri fondanti.
La precedenza data ad alcuni aspetti, da sempre legati ad alcuni personaggi della Fisiatria, si nota anche nel diverso trattamento riservato alla possibilitá di avvicinamento e di facilitazione del reinserimento nel luogo di residenza consentito solo per il codice 75.
Quando poi si parla di UO di riabilitazione, solo se dotate di specifiche competenze, ci viene la pelle d’oca a pensare come queste competenze verranno interpretate ed individuate da ogni singola regione, sulla scia dei suggerimenti dei piu forti, o politicamente o economicamente…
Si apre dunque un triennio decisivo, soprattutto per quei Fisiatri che sono abituati a “sporcarsi” le mani quotidianamente e che si accreditano per le loro competenze sul campo e non per la capacitá di importare e tradurre paper dalla CARF o dall’NHS (a proposito ce ne siamo occupati in questa rivista in tempi non sospetti).
Prepariamoci ad assistere, come giá fu nel 2001, quando con i LEA si cercó di distruggere la terapia fisica, a questo tentativo di distruggere la riabilitazione per disabilitá di origine ortopedica. Un vecchio sogno degli stessi Autori che ora rischia di diventare realtá.
Quale sará il prossimo step di questi signori? Magari i reparti di fisioterapia negli Ospedali di comunitá, a guida fisioterapica? Beh, uno sponsor di partito di questi tempi si trova sempre.
Non siamo peró tra quelli che buttano a mare l’acqua con il bambino e siamo consapevoli che esistano anche spunti e dimensioni positive all’interno di entrambi I documenti, ed ancor piú siamo consapevoli che le critiche dei soliti vertici di qualche professione sanitaria siano di scarso significato e strumentali. Ma tutto questo non basta a farci cambiare idea.
Le parti migliori sono infatti, a nostro avviso, proprio figlie del Piano di indirizzo della Riabilitazione, che é stato frutto di un’elaborazione condivisa tra Societá scientifiche ed Associazioni professionali, mediche e non, che rappresenta un baluardo culturale, oltre che scientifico, e che ha raccolto con prontezza le migliori indicazioni della letteratura mondiale.
Chi ci ha inviato i documenti ci ha scritto “siamo alla frutta”, ma noi, da tenaci sopravvissuti ad un passato a cui restiamo affezionati, siamo ancora tra quelli che dopo la frutta sperano in un buon caffé.
Affezionati soprattutto a quelle radici, del passato e non del futuro che non c’é, radici sotterranee di una storia che si dibatte per non essere dimenticata e tradita.
… to be continued