La storia del vino: dalla nascita alle sue proprietà nutraceutiche

Anno: 2024 - Vol 9 / Fascicolo: 16 / Periodo: lug-set

Autori:

Diego Monsignore

Ambulatorio di Riabilitazione Neuromotoria Capodarco-Anteo

Consorzio Universitario Humanitas-Lumsa

Università San Raffaele

 


Wine chronicles: from the beginning to its nutraceutical properties

Riassunto

Citato già in diversi sacri, così come da Plinio Seniore, il vino risulta essere uno degli alimenti presenti da più tempo all’interno della dieta Mediterranea. Così come la sua storia, anche le sue caratteristiche chimiche e nutraceutiche sono state e sono ancora oggi oggetto di studi medico-scientifici per le loro implicazioni positive sulla salute umana. Proposito di questa revisione è quello di illustrarne in particolar modo i risvolti di prevenzione nei confronti delle patologie cardiovascolari e neurologiche.

Parole chiave: vino, antiossidanti, nutraceutici, dieta mediterranea, patologie cardiovascolari.

Abstract

The origins of wine can be traced back thousands of years to holy texts and to ancient civilizations, such as Roman empire with poems written by Plinio Seniore. The antioxidant compounds of red wine, such as resveratrol and ellagic acid, exhibit several pharmacological properties, including cardiovascular protection, anticancer activity and neuroprotection. The aim of this review is to expose current knowledge and their application on prevention in human health.

Keywords:wine, antioxidant compounds, nutraceuticals, mediterranean diet, cardiovascular diseases.

La coltivazione della vite e la produzione del vino nella storia dell’uomo

1. Gli inizi dell’agricoltura e della produzione del vino

Nella storia non esiste bevanda o alimento tanto citato quanto il vino, parallelamente al fatto che il vino stesso è stato ed è attualmente oggetto di discussioni scientifiche sulle proprietà che esprime sull’organismo umano. Tuttavia è necessario un piccolo “excursus” sulla storia del vino, che risale a più di 6000 anni fa.

Addirittura da fermentazione, dall’ebraico yine ovvero bollire, deriva l’etimologia della parola vino,vin, wein e wine, usata dai popoli occidentali.

Nonostante la certezza della visione allegorica del racconto, nel Vangelo secondo Giovanni, edito tra il 90 e 130 d.C., e probabilmente proprio per questo ne assume un carattere riflessivo e maggiormente simbolico, l’inizio della vita adulta di Gesù di Nazareth coincide con lo sposalizio a Cana di Galilea, ma molto più comunemente conosciuto come la trasmutazione dell’acqua proprio in vino, ponendo l’accento su un alimento evidentemente considerato anche 2000 anni fa particolarmente pregiato e ricco di innumerevoli proprietà benefiche.

E proprio in questa finestra temporale si innesta anche l’Impero Romano, dove la viticultura si diffuse enormemente, raggiungendo l’Europa settentrionale, tanto che i più celebri scrittori del tempo non lesinavano inchiostro per elargire i propri giudizi e decantare le virtù dei vini a loro più graditi.

2. Il vino nell’Impero Romano

Ne sono chiari esempi, spesso citati da Plinio Seniore, il Falerno Opiniano, derivante da un vitigno che cresce sulle pendici del Vesuvio che produce un vino rosso di media struttura, dai riflessi violacei e che spesso accompagnava i lauti banchetti nella Roma Imperiale.

Ma, nonostante la disquisizione sui nutraceutici contenuti maggiormente nel vino rosso, sono dovuti dei piccoli rimandi a due vitigni a bacca bianca autoctoni laziali. Uno è il Bellone, che cresce in modo egregio nell’entroterra laziale, e del Cacchione, biotipo del Bellone ma che differisce da quest’ultimo per la maggiore struttura e per il fatto che è uno dei pochi vitigni autoctoni che tuttora viene coltivato a piede franco proprio nel suo terreno abituale, quello della Costa dei Cesari, lembo di terra confinante con i comuni di Anzio e Nettuno e limitrofo alle coste del Mediterraneo, dove un tempo sorgevano le stupende ville di Patrizi e Imperatori che erano soliti deliziarsi con le sue note dolci anche se molto strutturate.

Dopo questa narrazione è necessario prendere in considerazione le proprietà del frutto della Vitis Vinifera, ossia l’uva, madre del vino.

Composizione chimica e proprietà nutraceutiche dell’uva e del vino

1. I principali nutraceutici ad azione antiossidante

Nella buccia, tra i tanti componenti, si trovano i pigmenti, che possiamo dividere in:

– Acidi fenolici o fenoli non flavonoidi, i quali sono molto importanti nei vini bianchi perché

ne conferiscono l’aroma, ma rappresentano un “problema” enologico perché molto instabili,

e inducono cambiamenti di colore1,2.

– Antociani, che possono essere scomposti nelle Antocianidine

– Tannini, fondamentali nella definizione dell’astringenza nel sapore del vino (per lo più

rosso)

– Flavoni e Flavonoidi

– Catechine

– Leucoantociani.

Numerosi studi che indicano che un consumo moderato di vino rosso, ovvero un bicchiere per le donne e due per l’uomo, offre benefici per la salute, soprattutto ascrivibili alla presenza di polifenoli tra cui il resveratrolo. Il resveratrolo ha un potenziale anti-invecchiamento e promuove una vasta gamma di azioni benefiche per la salute umana, da quella chemiopreventiva a quella cardioprotettiva3,4.

L’interesse per il resveratrolo nell’uva è originariamente emerso a seguito di studi che

evidenziavano una relazione inversa tra una costante e moderata assunzione di vino rosso e il

rischio di malattia coronarica. Questo fatto è stato ascritto al resveratrolo che possiede diverse

proprietà biochimiche e fisiologiche, inclusa l’attività anticoagulante e antinfiammatoria.

Il vino e altri derivati dell’uva rossa determinano un effetto vasodilatatorio endotelio dipendente tramite un aumento della produzione di ossido nitrico (NO) ed esplicano una significativa attività antiossidante1,3.

I polifenoli del vino rosso possiedono attività antiossidante tale da apportare un’azione

citoprotettiva i cui effetti si manifestano inducendo un cambiamento nel profilo delle lipoproteine, nella coagulazione del sangue, nell’aggregazione piastrinica, nei meccanismi ossidoriduttivi e nella funzione endoteliale4,5.

2. Il resveratrolo

In concentrazioni che possono essere raggiunte fisiologicamente dopo il consumo di vino rosso, il resveratrolo aumenta l’espressione nelle cellule endoteliali vascolari umane di ossido nitrico- sintetasi endoteliale, un enzima responsabile della sintesi dell’ossido nitrico; inoltre diminuisce anche l’espressione di un potente vasocostrittore, l’endotelina. Altri effetti cardio – protettivi del resveratrolo includono l’inibizione dell’aggregazione piastrinica, con azione simile a quella dell’aspirina, e il suo ruolo sul metabolismo del colesterolo5,6.

Sempre a livello cardiaco, studi degli ultimi anni hanno messo in evidenza come il resveratrolo possa svolgere un ruolo cardine nella fibrillazione atriale, l’aritmia cardiaca più comune e che è associata ad un aumentato rischio cardiovascolare, ischemia cardiaca, infarto, conseguente degenerazione vascolare e più in generale di mortalità. Si stima nel 2010 che a livello mondiale la prevalenza della fibrillazione atriale sia del numero di 33,5 milioni di persone. Il meccanismo tramite il quale il resveratrolo possiede delle interessanti proprietà anti-aritmiche è la sua azione di inibizione del rilascio cellulare intracellulare di calcio (principale ione interessato nella contrattilità dei cardiomiociti, ossia le cellule muscolari del cuore) e di blocco delle vie di trasduzione del segnale che sfociano conseguentemente nel blocco dell’accumulo di calcio, preservando quindi la contrattilità dei cardiomiociti ed aggiungendosi come ulteriore meccanismo nella protezione cardiovascolare esplicata da questo composto largamente riscontrabile nel vino rosso5,6.

Alti livelli plasmatici di LDL ossidate sono associati a un rischio maggiore di aterosclerosi, e in molti studi è stato proposto che il resveratrolo abbia un’azione protettrice. La capacità del vino di ridurre in maniera significativa l’ossidazione delle proteine LDL è il fattore chiave nella protezione dalle malattie cardiovascolari. L’associazione con un pasto antiossidante, riferibile a prodotti territoriali del bacino mediterraneo, favorisce ancora di più questo valore nutraceutico, che si esprime in un abbassamento ancora maggiore dell’ossidazione delle LDL, rispetto a un pasto senza il consumo di vino. L’azione protettiva del vino rosso si mantiene anche il pasto è a base di alimenti di origine animale molto grassi6,7.

Il resveratrolo svolge anche un ruolo chemio preventivo; studi epidemiologici suggeriscono che una maggiore assunzione di flavonoidi è associata a un più basso rischio di cancro. La molecola colpisce tutte e tre le fasi della cancerogenesi (iniziazione, promozione e progressione) modulando le vie di trasduzione del segnale, controllando la divisione e la crescita cellulare, l’apoptosi, l’infiammazione, l’angiogenesi e la metastasi.

Sempre a livello delle neoplasie, non solo il resveratrolo mostra degli effetti rimodulanti il tasso di crescita delle cellule tumorali: infatti un altro composto di natura polifenolica derivato dal vino rosso, presente soprattutto in quelli appartenenti al bacino Mediterraneo, mostra dei significativi effetti sul blocco delle vie di trasduzione del segnale che aumentano la capacità riproduttiva delle cellule: l’acido ellagico6,7,8.

2. L’acido ellagico

L’acido ellagico si differenzia però dall’azione tipica del resveratrolo (che agisce sull’apoptosi – morte cellulare) arrestando la crescita in una fase ben precisa della vita cellulare (la fase G2/M), e stimolando un diverso processo che può riprogrammare l’attività cellulare: l’autofagia6,8.

Ma gli effetti benefici dei composti del vino rosso non si fermano esclusivamente ad una attività di protezione cardiovascolare ed a una più bassa incidenza di sviluppo tumorale: ultimamente infatti, data la forte capacità antiossidante e antinfiammatoria del resveratrolo la comunità scientifica ha investigato su altri possibili condizioni/patologie su cui potesse aver effetto, come ad esempio la nevralgia del trigemino, nota più comunemente sotto il nome di “cefalea a grappolo”8,9.

Caratterizzata da forti dolori unilaterali, dove l’intensità è estremamente alta (assimilabile a scariche di elettroshock) è una delle più diffuse condizioni dolorifiche di natura neuropatica. Tuttavia il meccanismo alla base (anche se sembra possa essere ricondotto a problematiche di natura vascolare) rimane ancora avvolto da una nebulosa, tanto che spesso il trattamento farmacologico non è pienamente efficace, sia sulla frequenza che sull’intensità degli attacchi. Dato certo è che tuttavia vi è un forte rilascio di citochine infiammatorie, e si è ultimamente dimostrato che il resveratrolo è in grado di bloccare a livello neuronale le vie di trasduzione del segnale che portano al rilascio locale di tali citochine, ponendosi come possibile coadiuvante delle terapie farmacologiche nei confronti nella nevralgia.

Bibliografia

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  4. Di Renzo L, Carraro A, Valente R, Iacopino L, Colica C, De Lorenzo A."Intake of Red Wine in Different Meals Modulates Oxidized LDL Level, Oxidative and Inflammatory Gene Expression in Healthy People: A Randomized Crossover Trial." Oxidative medicine and cellular longevity 2014 (2014).
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  9. Danielly C Ferraz da Costa, Luciana Pereira Rangel, Julia Quarti, Ronimara A Santos, Jerson L Silva, Eliane Fialho. Bioactive Compounds and Metabolites from Grapes and Red Wine in Breast Cancer Chemoprevention and Therapy. Molecules (2020): 1;25(15):3531.

Conflitti di interessi

Gli Autori dichiarano l’assenza di conflitti di interessi.

Finanziamenti

Gli Autori dichiarano di non aver ricevuto finanziamenti.

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