Storia delle primi Paralimpiadi organizzate dal prof. Maglio
David A. Fletzer
Da piccolo ammiravo Pico della Mirandola e ritenevo che la memoria fosse una grande virtù ma anche un grande facilitatore di vita quotidiana (specie durante il percorso universitario), ma invecchiando mi chiedo spesso se ricordare è utile oppure un elemento che infastidisce il prossimo peggiorando quindi i rapporti. Non so come risolvere questo dubbio e, forse, è per questo che resto della stessa convinzione che avevo nell’età adolescenziale e cioè che RICORDARE è una importante qualità dell’Uomo e se il ricordo serve a non dimenticare chi non c’è più, è anche un pregio perché diventa una forma di rispetto.
Il dubbio è tornato in questi giorni vedendo i filmati dell’INAIL (https://youtu.be/PN47uPtCuGQ) (https://youtu.be/cBLa1ScIwss), (https://youtu.be/BepGNbsPACI) sui IX giochi internazionali di Stoke Mandeville (la prima edizione si svolse nel 1948 con la partecipazione di solo 25 atleti, tutti inglesi vittime della 2 guerra mondiale; giochi diventati internazionali nel 1952 e riconosciuti dal Comitato Internazionale Olimpico nel 1956) ovvero le prime Paralimpiadi moderne che si svolsero dal 18 al 25 settembre del 1960 a Roma con 400 atleti di 22 squadre e sotto l’alto patrocinio della signora Carla Gronchi. Sono filmati emozionanti che rivelano la grande stima del prof. Guttmann verso il primario INAIL del Centro Paraplegici di Ostia, prof. Maglio, che organizzò quei Giochi, preparando con i suoi collaboratori una squadra nazionale, sotto la sigla dell’importante ente nazionale da cui dipendeva il Centro ovvero l’INAIL, che risultò al termine dei Giochi la prima squadra nel medagliere con 34 medaglie d’oro, 32 d’argento e 25 di bronzo, vincendo anche per la prima volta la Caravella d’oro, conquistata dalla squadra meglio classificata (11 medaglie d’oro, 9 d’argento ed 8 di bronzo) negli sport acquatici.
Quelle immagini tremolanti, in bianco e nero od in un colore anticato dagli anni, dimostrano la grandezza dell’INAIL e del prof. Maglio, che spesso noi fisiatri italiani dimentichiamo. L’INAIL è stato lungimirante in tutto il campo riabilitativo, ma specialmente nel trattamento delle persone con lesione midollare con l’esperienza del CTO-CPO. Pensando al passato spesso mi dispiace che oggi l’Ente, che ammiro profondamente per la sua storia e le sue potenzialità con i suoi ottimi professionisti, ragioni più con uno spirito medico legale che con quello della medicina riabilitativa e mi auguro che in futuro i reparti INAIL tornino protagonisti, come numero di posti letto, nella riabilitazione intensiva e nell’alta specialità riabilitativa.
Riguardo al prof. Maglio purtroppo non l’ho conosciuto ma ho letto molti suoi lavori scientifici e visto i video preparati sotto l’egida dell’Inail (https://youtu.be/JRsvcUaGydA) riguardanti proprio il trattamento riabilitativo delle persone con lesione midollare e così ho imparato ad apprezzarlo, come facevano molti colleghi esteri. Mi amareggia sentire parlare a volte di sport-terapia senza nemmeno che sia citato e, a volte, leggendo le lettere che gli scriveva Guttmann mi convinco che noi siamo i primi a dimenticarci dei nostri validi Maestri. Questi sono i risultati della poca memoria! Ci dimentichiamo spesso dei nostri INSIGNI CONNAZIONALI per non dire che spesso li ignoriamo forse per invidia o per troppa esterofilia, quando ormai è ampiamente appurato che spesso i colleghi esteri, invitati nei nostri congressi, ci raccontano concetti ormai noti da anni nel nostro Paese.
Ho, invece, conosciuto e frequentato la moglie del professore, che si batte da una vita per riaffermare la memoria delle grandi capacità del marito (https://youtu.be/HgPQzvcwPzo), (https://youtu.be/AmRgweFxOU4) e questo forse è ancora più significativo perché è importante: aiutare a ricordare ai giovani (e non solo, purtroppo) i grandi esempi del passato e questo dovrebbe essere un dovere per ognuno di noi. La signora Maglio da anni è impegnata per stimolare la sport-terapia a tutti i livelli, creando mille occasioni per tornei sportivi per le persone disabili. Mi piacerebbe che i fisiatri avessero anche solo il 10% delle sue convinzioni, ma specialmente del suo entusiasmo, per sostenere questa attività.
Non è questa la sede forse per ricordare tutti gli aspetti positivi, più che documentati anche in base all’EBM, dell’attività sportiva nel percorso riabilitativo, ma vedere o seguire Bebe Vio nelle gare sportive è esaltante o forse dovrei dire, come lei dice, che è “una grande figata”.
Roma ha rinunciato ad organizzare le Olimpiadi e forse è stato un bene, viste le condizioni di degrado della capitale negli ultimi anni, ma vedere quei filmati del 1960 emozionano riportandoci ad un periodo ricco di una esaltazione legata alla ripresa economica post bellica ma anche alla capacità professionale dei nostri padri, ricca di tanti importanti personaggi noti e meno noti come appunto Maglio.
Ricordare la nostra storia ci aiuta a ritrovare le nostre origini ma anche ad apprezzare le grandi virtù (più rinomate all’estero che entro i nostri confini) riconoscibili in tantissimi campi come l’arte, la moda, la cucina, la letteratura ed anche la RIABILITAZIONE. E possiamo dimenticarci tante cose ma non questo.