Dopo circa 10 anni é giunta al termine una vicenda iniziata dal SIMFiR, nel triennio 2005/08, dall’allora Segretario Nazionale Domenico Uliano in primo grado, con il magistrale patrocinio dell’Ufficio Legale/sentenza cdssentenza cdssentenza cdsAvv. Giovanni Sellitto, e successivamente continuata dal Sindacato al Consiglio di Stato, per la riforma della sentenza del T.A.R. per la Sardegna, Sez. I, n. 1511/2009, concernente l’autorizzazione all’esercizio di attività studi professionali medici e fisioterapia -procedure di accreditamento di studi di fisioterapia.della Regione Sardegna. Difficile per chiunque sottovalutare l’importanza storica di questo pronunciamento, che apre un nuovo capitolo nei rapporti professionali e di garanzia nella tutela della salute, nel campo medico fisiatrico.
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Ieri l’altro, passeggiando per Roma. ho visto in mezzo al marciapiede un cartello, che fra l’altro ho voluto fotografare, che verosimilmente pubblicizza uno studio professionale di fisioterapista; come al solito mi sono stupito come ai primi posti dei trattamenti fisioterapici privati ci sia quasi sempre la tanto “vituperata terapia fisica”, uscita dai LEA nazionali, a parte il recupero a livello di qualche Regione, anni fa per formale mancanza di evidenza scientifica al riguardo (e basta leggere il numero 8 del Quaderno della Salute pubblicato dal Ministero stesso per affermare che è una delle tante fake news che si proclamano anche in ambienti colti). Diversi operatori della riabilitazione (medici e non) chiamano in modo spregiativo questi devices “macchinette” per poi magari utilizzarli nei propri ambulatori di MFR o negli negli studi professionali, come quello che ho incontrato.
Ma, a parte queste considerazioni che meritano forse un post di carattere etico, non solo tecnico, sul valore della COERENZA, ho letto la sentenza del Consiglio di Stato e mi è tornata in mente la battaglia iniziata da Uliano nel 2008 e continuata nel 2009 anche con l’allora Segretario De Marchi, con i pareri scientifici che furono presentati dalla ESPRM e dalla SIMFER, appunto nell’anno del ricorso al Consiglio di Stato. Tale lettura mi riconferma che alcune sentenze sono più fisiatriche di alcuni documenti fatti da fisiatri stessi e cito solo una frase della sentenza: “Per quanto esposto, desumere da una generica postulazione di autonomia professionale l’automatica abilitazione dei fisioterapisti all’utilizzo di metodiche strumentali-senza adeguata motivazione- risulta manifestamente illogico, se non previa definizione di un uso di tale strumentazione rapportato agli interventi e alle competenze appropriate all’ambito professionale proprio del fisioterapista.” Ma qualcuno potrebbe dire “è ovvio, David” ma così non è stato per la Regione Sardegna e poi per il TAR e ci sono voluti 9 anni per vederlo scritto. Ma per me il cuore della sentenza non è l’aspetto dell’autonomia (continuo a credere nel valore del lavoro in team) ma è che legalmente diventa inoppugnabile che la terapia fisica possa provocare dei danni e quindi continuare a dire che la terapia fisica non serve a nulla è l’ennesima falsità. Ma forse nemmeno questo è il nucleo centrale della sentenza in quanto i giudici recepiscono, come abbiamo sempre proclamato, in modo chiaro ed inequivocabile la discriminazione, nei requisiti e nelle relative autorizzazioni, fra ambulatori medici e studi professionali dei fisioterapisti. E quindi esprimo soddisfazione per questo risultato, complimentandomi con Uliano, che ha creduto in questa causa (se si ritiene di avere ragione bisogna andare avanti fino all’ultimo grado, esattamente il contrario di quello che fu fatto nel 2012 dopo la sentenza avversa riguardo alla trasformazione delle famacie anche in strutture di fisioterapia) ma specialmente con l’avvocato Sellitto. Naturalmente mi auspico che i Fisiatri sappiano trasformare questa sentenza in atti concreti per annullare questa ingiusta disparità.
Roma 14 dicembre 2017 David A. Fletzer
Leggo con entusiasmo e soddisfazione questa sentenza, ottenuta grazie all’impegno caparbio di Uomini come Ulliano e dei Colleghi che lo hanno affiancato nella doverosa e nobile missione di difendere la categoria dei Medici dall’attacco improprio dei Tecnici che vorrebbero esercitare la nostra Professione applicandosi uno “ sconto” di 7 anni di percorso universitario.
Questa sentenza rappresenta un’ importante attestazione di quanto predico da anni. Ora però sarebbe auspicabile una ferma presa si posizione da parte del sindacato per cavalcare il successo raggiunto. Giusto per buttare lì un po’ di idee, a questo punto mi aspetterei ad esempio un coinvolgimento delle sezioni regionali da parte del Direttivo Nazionale, onde provvedere ad una sorta di censimento degli ambulatori privi del Fisiatra di riferimento (sono più che certa che i vari istituti privati accreditati, che per ovvi motivi sono in regola, saranno più che disponibili ad essere di aiuto nello stilare questi elenchi). Poi sarebbe utile informare della Sentenza i vari Comuni che hanno rilasciato queste autorizzazioni, e tutti uniti (Segreteria Nazionale, Segreterie Regionali, Associazioni di Categoria) bisognerebbe esigere un adeguamento da parte di tutte queste unità ai requisiti effettivamente necessari per poter esercitare utilizzando anche elettromedicali. Come da sempre sostengo, il mio scopo non è fare chiudere questi Ambulatori: io vorrei semplicemente che fosse messo un Fisiatra in ciascuno di essi. Le condizioni devono essere le stesse per tutti.
Questo nuovo Direttivo Nazionale è ricco di “linfa nuova”, potrebbe dimostrarsi giovane e ruggente se solo volesse, ed ha la prospettiva di poter lavorare per i prossimi 3 anni anche su questo aspetto. È ora di dimostrare che abbiamo tutti gli attributi per difenderci da questi attacchi impropri alla nostra professione: rimbocchiamoci le maniche e facciamolo.
Ma basta con questa eterna lotta tra Fisiatra e Fisioterapista?
Ognuno deve impegnarsi a far bene e con competenza il proprio lavoro e non è possibile la confusione tra i ruoli.
Parlo da Fisiatra orgoglioso di svolgere un’attività clinica unica nei confronti di Persone che richiedono una vera competenza per superare difficili condizioni di varia disabilita’.
Forse sarebbe ora di spingerci verso un dibattito piu’ serio e costruttivo per uniformare la nostra Specialità e non credo purtroppo che tutti noi Fisiatri siamo all’altezza del compito!
Sarebbe utile cominciare dalla preparazione universitaria tuttora estremamente carente e assolutamente differente nelle diverse scuole di specializzazione in cui non é chiaro come debba essere formato uno Specialista così particolare.
Noi ci siamo formati con la nostra esperienza, abbiamo sofferto tanto perché spesso ci siamo trovati disarmati nei confronti delle Persone con disabilita’ abbiamo imparato da loro quello che è opportuno fare consapevoli del nostro tuolo di MediciFisiatri.
La Persona si accorge se sei un Medico Fisiatra: non è possibile la confusione!
Collaboriamo con tutti quelli che vogliono capire che cosa è Riabilitazione!
Ecco condivido tutto ma basta però anche con questa lotta tra fisioterapisti e massofisioterapisti
Scusate…ma questo riguarda anche la proliferazione degli studi di osteopatia? almeno il fisioterapista ha seguito un percorso “universitario” riconosciuto, ma l’osteopata, che non è medico, che non è fisioterapista….Ho un po’ la sensazione che è il solito “contentino” per non cambiare nella sostanza nulla.